Era Marzo, eravamo agli albori del nostro club del libro e Little Bee, guidata da un forte spirito missionario, si era eletta paladina della letteratura romantica e aveva deciso di riuscire a trovare un libro che si potesse in qualche misura inserire nel filone “rosa” e che, allo stesso tempo, potesse piacere anche a me.
Desiderosa di sbaragliare il mio cinismo ed il mio scetticismo, aveva eletto come sua campionessa in quest’ardua battaglia Sally Rooney.
Vinta all’ultimo da un moto di pietà Little Bee era stata però così compassionevole da permettermi di decidere cosa leggere tra Parlarne tra amici e Persone normali, entrambi della Rooney.
È così che a Marzo, divisa tra istintiva diffidenza e perplessità, mi trovo a leggere le trame dei due libri per poi concludere che, Parlarne tra amici, sia per me il male minore… mai errore fu rimpianto con maggior ardore.
Ma veniamo a Sally Rooney e al libro.
Sally Rooney, classe 1991, è una scrittrice Irlandese molto amata, acclamata da pubblico e critica, dal suo secondo romanzo Persone normali (Einaudi 2019 e 2020), la Bbc ha tratto una serie tv mentre, il suo romanzo d’esordio, Parlarne tra amici (Einaudi, 2018 e 2019), ha vinto il Sunday Times / PFD Young Writer Award 2017.
Niente male come curriculum! Per cui, mi dico io, Parlarne tra amici, dovrebbe essere una scelta sicura, dovrebbe essere un bel libro, un libro appagante, stimolante…
La mia era solo una beata allusione ma, all’epoca, non potevo saperlo e così mi appresto alla lettura.
La trama del libro è in se e per se molto semplice: protagonista di Parlarne tra amici è Frances, studentessa brillante ed aspirante scrittrice. Frances e Bobbi, sua amica nonché ex amante, conoscono la carismatica Melissa e il marito di lei, l’attore Nick e ben presto Frances diviene l’amante di Nick.
Il romanzo, ruota quindi attorno a queste complesse relazioni che vengono, loro malgrado, a crearsi.
La prima difficoltà in cui ci si imbatte leggendo Parlarne tra amici sono però i personaggi.
La Rooney ci presenta infatti una platea di individui che, sostanzialmente, sono insopportabili o, per lo meno, difficilmente amabili.
Bobbi è un arrogante ventenne, proveniente da una famiglia agiata, convinta di avere in tasca tutte le risposte, che gode nel provocare e “scandalizzare”, che si diverte a trionfare nei dibattiti e a zittire il prossimo con le frasi ad effetto qualunquiste che sanno sfoggiare solo i ricchi che non si sono mai realmente trovati ad avere a che fare con i problemi della vita.
Frances è sostanzialmente passiva, è una ragazza incapace di essere sincera con gli altri ma ancor di più con se stessa. Frances lascia che la vita le scorra accanto, incapace di una vera azione ed incapace di riconoscere ed affrontare quelli che sono i veri problemi della sua vita.
Nick è una persona fragile, dipendente, incapace di decidere e di prendere in mano la propria esistenza, un uomo che vive sottostando alla volontà della moglie e che, nel contempo, è appagato da questa sottomissione che pure non lo soddisfa in pieno e che non è capace di renderlo felice.
I personaggi della Rooney sono quindi dei personaggi difficili, dei personaggi lamentosi ed insoddisfatti che faticano a suscitare simpatia e, cosa ancor più grave, che non riescono ad affascinare il lettore.
Non necessariamente infatti i personaggi di un libro devono essere simpatici o permettere al lettore di immedesimarsi a pieno con essi ma, per far vivere dei personaggi antipatici, che suscitano poca o scarsa simpatia, ci vuole un grande scrittore e qui, la Rooney, a mio avviso non è all’altezza.
Parlarne tra amici è poi un romanzo in cui, più che le parole, dominano i silenzi e in cui, a rivestire una profonda importanza, non è tanto ciò che viene detto ma ciò che non viene detto.
Questi personaggi così imperfetti, complessati, in alcuni casi malati, sono intrinsecamente incapaci di “parlarne tra amici”, i loro sono dialoghi banali, privi di significato, le loro relazioni sono superficiali, scevre di sostanza e le parole, quelle davvero importanti, vengono soffocate e non riescono ad emergere.
Regnano l’incomunicabilità e le relazioni malsane.
Nick e Melissa dipendono l’uno dall’altra, la loro non sembra una relazione felice ma, allo stesso tempo, sembrano incapaci di lasciarsi andare e la loro, in ultima istanza, sembra una condanna all’ergastolo.
Il rapporto tra Frances e Bobbi è un rapporto in cui la prima idolatra la seconda: Bobbi è tutto ciò che Frances non è e vorrebbe essere.
Frances dipende da Bobbi e, in definitiva, nonostante tra le due vi sia amicizia, affetto ed amore, Frances è incapace di comunicare realmente con l’amica mentre, quest’ultima, non riesce ad ascoltarla.
Bobbi ha una chiara idea di ciò che Frances è e, di conseguenza, non si sofferma ad indagare per comprendere se questa idea corrisponda effettivamente alla realtà.
Infine ci sono Nick e Frances che fuggono dall’insoddisfazione l’uno tra le braccia dell’altro per ritrovarsi poi intrappolati in una relazione che è tutt’altro che appagante.
Sally Rooney ci mostra disagio, bisogno d’amore, di amare e di essere amati e, questa ricerca disperata, spesso infruttuosa, potrebbe essere anche interessante se non fosse per il modo in cui la vicenda viene narrata.
La scrittura delle Rooney è una scrittura che appare rarefatta, caratterizzata da frasi semplici, brevi e concise.
La sensazione che da è che nasca per sovrapposizioni, che la vicenda si sviluppi partendo da informazioni più superficiali e d’ampio respiro che, pian piano, proseguendo nella lettura, verranno approfondite fino a giungere ad un nuovo livello di profondità.
La sensazione che da la scrittura della Rooney è che sia come un dipinto ad olio: prima il quadro è solo abbozzato, poi piano piano si aggiungono i colori, le figure emergono e, solo alla fine, si colgono i dettagli.
Peccato però che questa attesa venga delusa.
Tutto viene accennato, molte situazioni vengono abbozzate ma poi tutto permane incompiuto, lasciando il lettore insoddisfatto.
Parlarne tra amici rappresenta quindi per me una grande occasione sprecata, un romanzo che poteva essere davvero interessante e che, invece, si rivela inconcludente e, cosa ancor più grave, un romanzo che, attraverso il disagio affrontato da diversi tra i suoi personaggi, introduce un tema molto importante come quello della salute mentale, rivelandosi poi però incapace di parlarne adeguatamente.
In Parlarne tra amici depressione, autolesionismo e disagio psicologico, spesso e volentieri, assomigliano quasi a pose, a capricci, rendendo difficile per il lettore comprendere che quella mentale è una malattia, e non una scelta.
